La forma imprenditoriale che assume un sistema organizzativo esistente da tempo in seno alle famiglie assurge alla dignità di far parte del Diritto di Famiglia nel 1975.

Esisteva in radice l’impresa nell’artigianato, nelle aziende agricole ,nelle piccole imprese di trasformazione di prodotti. Era inevitabile che tutta la famiglia specie al maschile veniva impiegata nella attività, anche a costo di rinunziare alle scuole superiori.

La conseguenza del miglior tenore di vita determina inevitabilmente che molte piccole aziende a carattere familiare vanno perdendo componenti della famiglia , soprattutto dell’eventuale successore a guidarle.

Forse sta qui il motivo che determina il potere legislativo a riformare il diritto nel campo delle attività svolte dalle famiglie per ridare impulso ad una attività soprattutto per due motivi:

  1. Il sentore di una crisi di tutte le attività artigiane e di piccole imprese sorte e cresciute nella tradizione familiare tramandandosi da padre in figlio , vero motore dell’economia italiana.
  2. L’allontanarsi dei soci della Impresa per cercare nuove professioni od attività lavorative diverse, invogliati dalla stessa famiglia alle volte ritenendola una ricerca orgogliosa di salire la scala sociale.

Ma nella situazione che preparava l’Italia ad una crisi economica, per il continuo aumento delle tassazione e per la logica conseguenza dell’aumento del caro vita, l’impresa familiare neonata rappresentò per molti la riduzione delle imposizioni potendo distribuire il reddito su più famiglie e non sottostare ai rischi della contrattazione con dipendenti costosi e protetti dallo statuto dei lavoratori e dai sindacati nel caso di imprese minime.

Oggi le norme danno tutele anche al datore di lavoro, ma la presenza di familiari da tempo si è fatta più rara, creando una chiusura di molte piccole imprese familiari per assenza di un successore al “Capo “.

Stanno venendo in aiuto alla ripresa dell’impresa familiare alcuni problemi nati a seguito della ormai lunga e non risolta crisi che ha proiettato l’occidente in una situazione in cui le soluzioni sono state dolorose facendo rialzare il costo della vita attraverso aumenti di tassazione e preclusione alle possibilità di accedere facilmente al credito.

La disoccupazione ha colpito più i giovani ed in parte quella fascia di anziani che hanno difficoltà a ricollocarsi e si è riscoperta la possibilità di cercare in casa il lavoro che manca fuori, tranne chi ha scelto la avventura del lavoro estero.

Ed ecco che di nuovo l’impresa familiare diventa un modo per occuparsi e trovare lavoro.

Il pregio è che i giovani stanno allo stesso tempo scoprendo la piacevolezza di continuare la storia lavorativa della famiglia ed il recupero di attività che hanno mercato.

Resta il problema di come dare continuità alla Impresa qualora ci siano conflitti generazionali tra i componenti , forse conseguenza della educazione che riteneva inutile che le strutture organizzate familiarmente e non dovessero restare ancorate a sistemi obsoleti non digeriti dalle nuove leve.

Sembrerebbe insormontabile questo problema ma qui interviene l’intervento della formazione.

Chi ha svolto per anni questa professione chiamato a sviluppare un processo di superamento dei conflitti generazionali in queste mini imprese a carattere familiare ha visto modificare i comportamenti tra i componenti mettendo gli stessi di recuperare la capacità di sviluppare la condivisione , la posizione di ruolo interno, lo sviluppo della comunicazione interna e l’ascolto attivo.

Oggi nei follow up sono state verificate le crescite economiche di tante Imprese familiari.